Entro la fine del 2015 arriva in Italia la Banca del DNA

Anche nel nostro Paese il registro genetico dei pregiudicati per il contrasto alla criminalità.

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Istituita con legge 85/2009, arriverà in Italia entro la fine dell’anno la Banca Dati del DNA per il contrasto della criminalità. Lo ha assicurato in questi giorni il Ministro della Giustizia Andrea Orlando che insieme al Consiglio dei Ministri ha appena dato un primo placet in via preliminare allo schema del regolamento attuativo.

Nel rispetto della legge istitutiva approvata 6 anni fa e delle disposizioni contenute nel Trattato di. Prüm (l’accordo firmato nel 2005 a Prüm da alcuni paesi membri dell’Unione Europea tra cui Austria, Belgio, Francia, Germania, Spagna, Italia, con la finalità di aumentare le misure di coordinamento in materia di indagini giudiziarie e prevenzione dei reati attraverso schedari nazionali di analisi del Dna e scambio delle relative informazioni sui dati immagazzinati), la messa a regime dell’archivio dei profili genetici dei soggetti pregiudicati, ma anche dei familiari delle persone scomparse e dei cadaveri, potrà agevolare il lavoro di magistratura e polizia giudiziaria e contrastare in modo concreto la criminalità.

Grandi le aspettative: l’archivio nazionale delle doppie eliche si è infatti già dimostrato decisivo nell’individuare l’identità del soggetto che ha lasciato una traccia biologica sulla scena di un crimine (45% dei casi risolti in Gran Bretagna, 23% in Olanda, 17% in Germania). Inoltre, la possibilità di coordinamento fra le Banche Dati e gli organi inquirenti dei vari Paesi aderenti all’accordo ne amplificherà senz’altro l’efficacia.

Molte sono, infine, le potenzialità applicative del nuovo strumento: dalla conduzione di analisi più celeri e di successo sui delitti appena commessi, alla riapertura dei casi irrisolti o “casi freddi” (che magari avevano subito un arresto delle indagini perché ai tempi non era possibile avvalersi delle sofisticate tecniche scientifiche disponibili oggi), alla ricerca mirata di persone scomparse, all’identificazione di corpi e resti umani, alla maggiore efficacia delle indagini su particolari categorie di reati come quelli a sfondo sessuale dove le tracce biologiche sono determinanti. Ma anche la possibilità di scagionare innocenti detenuti illegittimamente, che invocano giustizia.

La Banca Dati sarà istituita presso il Ministero dell’Interno a cui si affiancherà il Laboratorio centrale del DNA presso il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia.

 

 

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