Consiglio dei Ministri n. 90 del 13 novembre 2015: approvato il Disegno di Legge per contrastare il lavoro nero e il caporalato in agricoltura.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 13 novembre scorso, nella stessa seduta nella quale ha accolto il decreto preliminare per l’attuazione della Direttiva 2014/27/UE, il Disegno di Legge per contrastare il lavoro nero e il caporalato in agricoltura. L’iniziativa legislativa ha come obiettivo quello di rafforzare l’azione di contrasto alla diffusione del fenomeno criminale dello sfruttamento dei lavoratori con un intervento organico e coordinato delle Istituzioni. Il Disegno di Legge introduce strumenti operativi contro il caporalato tanto dal lato amministrativo quanto dal lato penale.
“Con il Disegno di Legge che abbiamo approvato in Consiglio dei Ministri – ha affermato il Ministro Maurizio Martina – facciamo un cruciale passo in avanti nel contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura. Si tratta di un intervento organico che rafforza le norme penali e introduce strumenti operativi necessari, come ad esempio il piano di accoglienza per i lavoratori stagionali. Con la norma rafforziamo anche la Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, che abbiamo voluto con forza come sperimentazione unica in Europa. Con questo strumento abbiamo creato una certificazione etica del lavoro agricolo e costruito una cabina di regia che mette insieme INPS, sindacati, organizzazioni agricole e Istituzioni. Sono convinto si possa arrivare a una rapida approvazione in Parlamento, considerata la grande sensibilità che c’è sul tema e l’importanza dell’intervento che proponiamo. Siamo sulla strada giusta e concreta per combattere un fenomeno che ha radici antiche, ma che vogliamo sconfiggere con la massima determinazione possibile. Lo abbiamo dimostrato in questi mesi con azioni coordinate messe in campo con i Ministri Poletti e Orlando. Abbiamo rafforzato e reso più efficaci i controlli con un incremento di oltre il 20% rispetto all’anno precedente. Con il Disegno di Legge rilanciamo ancora la nostra sfida a questa piaga e a questa intollerabile forma di criminalità”.
Le principali novità del DDL
Rafforzata la Rete del Lavoro Agricolo di Qualità
Viene rafforzata l’operatività della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, creata con la Legge Competitività e attiva dal 1° settembre 2015. Con la norma si estende l’ambito dei soggetti che possono aderire alla Rete, includendovi gli sportelli unici per l’immigrazione, le istituzioni locali, i centri per l’impiego e gli Enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura e i soggetti abilitati al trasporto di persone per il trasporto dei lavoratori agricoli. Allo stesso tempo, si stabilisce l’estensione dell’ambito delle funzioni svolte dalla Cabina di regia della Rete stessa, che è presieduta dall’INPS e composta da rappresentanti di sindacati, organizzazioni agricole e Istituzioni.
Piano di interventi per l’accoglienza dei lavoratori agricoli stagionali
Con la nuova legge le Amministrazioni statali saranno direttamente coinvolte nella vigilanza e nella tutela delle condizioni di lavoro nel settore agricolo, attraverso un piano congiunto di interventi per l’accoglienza di tutti i lavoratori impegnati nelle attività stagionali di raccolta dei prodotti agricoli. L’obiettivo è tutelare la sicurezza e la dignità dei lavoratori ed evitare lo sfruttamento ulteriore della manodopera anche straniera. Il piano sarà stabilito con il coinvolgimento delle Regioni, delle Province autonome e delle Amministrazioni locali nonché delle organizzazioni di terzo settore.
Indennizzi per le vittime
Per la prima volta si decide di estendere le finalità del Fondo di cui alla Legge n. 228 del 2003 in tema di vittime della tratta anche alle vittime del delitto di caporalato, considerata l’omogeneità dell’offesa e la frequenza dei casi registrati in cui la vittima di tratta è anche vittima di sfruttamento del lavoro.
Inasprimento degli strumenti penali
Con l’intervento normativo per prevenire il fenomeno dello sfruttamento si stabiliscono nuovi strumenti penali per la lotta al caporalato attraverso:
- l’estensione dell’arresto obbligatorio anche al delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro;
- l’introduzione della responsabilità amministrativa degli Enti (articolo 603 bis Cp) per il delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro;
- l’estensione da un lato della confisca obbligatoria, anche per equivalente, al delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, dall’altro dell’istituto della confisca c.d. estesa o allargata;
- l’introduzione di una circostanza attenuante per il delitto di sfruttamento del lavoro rivolta a chi si sia efficacemente adoperato per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, per assicurare le prove dei reati e l’individuazione degli altri responsabili ovvero per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite.
“In questa prospettiva, viene introdotto l’obbligo d’arresto in caso di flagranza di reato e analogamente si rende obbligatoria la confisca – ha concluso il Ministro Martina – Pertanto, nel caso di condanna, il Giudice ordinerà sempre la confisca delle cose che sono servite o sono state destinate a commettere il reato (a titolo esemplificativo, i mezzi utilizzati per accompagnare i lavoratori sul luogo di lavoro, gli immobili destinati ad accoglierli per la notte, ecc.) come pure delle cose che ne costituiscono il prodotto o il profitto, con la possibilità inoltre dell’applicazione della confisca per l’equivalente su altri beni”.
Per maggiori info: Disegno di Legge Contrasto Caporalato