Fecondazione assistita: ecco le nuove regole

Varate le nuove linee guida sulla procreazione assistita che d’ora in poi sarà a carico del servizio sanitario.

regole fecondazione assistita

No alla scelta del colore degli occhi o dei capelli del nascituro, sì alla doppia donazione ovvero sia del seme sia dell’ovocita, sì all’inserimento di tutte le tecniche di fecondazione assistita, compresa l’eterologa (che prevede la donazione del seme da parte di un terzo estraneo alla coppia), anche se al momento quest’ultima resta sulla carta perché nel nostro paese scarseggiano i donatori.

Ecco alcune delle principali novità introdotte dal decreto firmato in questi giorni dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per aggiornare le Linee guida della Legge 40, entrata in vigore nel 2004, sulla procreazione medicalmente assistita, che d’ora in poi sarà nei LEA (i livelli essenziali di assistenza), cioè a carico del servizio sanitario nazionale.

Un anno dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha abolito il divieto di fecondazione eterologa, sono finalmente in dirittura d’arrivo le nuove Linee guida della PMA, Procreazione medicalmente assistita. Con la Legge 40, infatti, erano stati introdotti una serie di divieti che limitavano l’accesso a tale fecondazione, poi progressivamente questi crollarono a colpi di sentenze da parte di giudici della Cassazione, della Corte Costituzionale e anche della Corte Europea di Strasburgo. Alla fine di quel testo, non era rimasto quasi nulla, e dunque si è reso necessario un aggiornamento in modo da regolamentare le novità, tra le quali la più importante è ovviamente l’eterologa, già praticata in Italia dal 1978 al 2004.

Dopo l’istituzione del Registro Nazionale Donatori – sottolinea la Lorenzin – questo è il secondo importante passo per l’aggiornamento dell’intero quadro normativo che regola la PMA in Italia. Aggiornamento che sarà completato nelle prossime settimane con la definizione dei LEA (che includeranno anche i trattamenti di PMA), con i decreti sul consenso informato e sui cosiddetti embrioni abbandonati, con il perfezionamento del recepimento delle normative europee sulla donazione dei gameti. E’ stato un lavoro corposo e impegnativo, portato avanti anche grazie al contributo dei maggiori esperti italiani di settore convocati ai tavoli di lavoro già da luglio dello scorso anno. Questi provvedimenti contribuiranno a conferire certezza al quadro normativo e a migliorare accesso e qualità dei percorsi in questo ambito così delicato del SSN”.

Sul problema della donazione è intervenuta subito l’Associazione Luca Coscioni con le parole del segretario nazionale Filomena Gallo che, oltre a chiedere al governo di promuovere una campagna informativa per la donazione dei gameti, così come sono state fatte campagne per la donazione dei tessuti e degli organi, ha espresso subito i primi dubbi: “Nel comunicato del Ministero è scritto che per escludere illegittime selezioni eugenetiche alle coppie che accedono all’eterologa non è consentito scegliere particolari caratteristiche fenotipiche del donatore. In Italia però non è mai stata contemplata la scelta delle caratteristiche fenotipiche, ma solo abbinamento in base alla compatibilità sanitaria e alle caratteristiche somatiche della coppia. Insomma nessun rischio di eugenetica. Spetta esclusivamente al medico valutare la compatibilità dell’abbinamento per tutelare la salute della madre e del nascituro”.

Tra le altre novità del decreto, anche una più attenta valutazione clinica del rapporto rischi-benefici con maggiore attenzione per i potenziali pericoli alla salute della donna e del neonato, e l’accesso a coppie sierodiscordanti, ovvero quelle in cui uno dei due è portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili (Hiv, Hbv, Hcv). Tutte le procedure di PMA, poi, dovranno essere descritte più dettagliatamente, specificando le motivazioni in base alle quali si determina il numero di embrioni da generare e di quelli non trasferiti e dunque da crioconservare.

 

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